Cultura

Le origini del culto della Madonna di Costantinopoli in Acquaviva delle Fonti: dalla leggenda alla storia

Nunzio Mastrorocco
SI festeggia oggi la protettrice della città, Maria SS. di Costantinopoli
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Prosegue la rubrica, a cura dello studioso e appassionato della materia Nunzio Mastrorocco – che ringraziamo per aver risposto alla nostra richiesta di collaborazione, facendoci omaggio del suo prezioso contributo – dedicata all’approfondimento della storia di Acquaviva delle Fonti. La struttura della rubrica – che avrà cadenza settimanale – prevede rapidi "salti" nel passato. Le date prese in esame coincideranno con la settimana di pubblicazione dei singoli articoli. La selezione degli argomenti, per esigenze di spazio, non ha la pretesa di fornire un compendio esaustivo dei periodi considerati. Per ulteriori approfondimenti, pertanto, si rimanda il lettore ai link – in calce a questo articolo – del sito del curatore della rubrica.

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Le origini del culto della Madonna di Costantinopoli in Acquaviva delle Fonti: dalla leggenda alla storia

A cura di Nunzio Mastrorocco

E’ con il Concilio di Efeso del 431 e l’eretica posizione assunta da Nestorio che si pongono le basi storiche delle mitizzate tradizioni legate al culto della Madonna di Costantinopoli in Acquaviva delle Fonti. Assertore della distinzione tra il Verbo Divino e l’umanità di Cristo, Nestorio attribuiva a Maria la semplice (e sola) figura materna di un uomo e non già di un dio. Rigettata dopo una serie di vicissitudini tale tesi, e riconosciuto a Maria solennemente il titolo di Dei Genitrix o θεοτόχος (Madre di Dio) e della communicatio idiomatum (ovvero, dell’unità di persona nel Cristo), l’imperatrice d’Oriente Pulcheria (399-453) iniziò la costruzione di chiese, monasteri ed ospizi, contribuendo a far crescere e diffondere l’adesione alla dottrina della Theotokos (Madre di Dio).
E’ in questo contesto storico che si formano diverse, suggestive e leggendarie ipotesi che sottendono l’icona ed il culto di Maria SS. di Costantinopoli venerata in Acquaviva delle Fonti. Una prima tradizionale leggenda riporta che l’icona della Madonna (oggi custodita nella Cripta della nostra Cattedrale) sia una copia di quella donata da Eudocia all’imperatrice di Bisanzio (Pulcheria), copia che addirittura parrebbe “dipinta da S. Luca, essendo in vita la Vergine”; ed è in questo periodo storico che non solo nascerebbe la “festa della gran Madre di Dio da solennizzarsi nel primo Martedì di Marzo con magnificenza veramente Imperiale, e col consenso di S. Proce Patriarca di Costantinopoli”.
Ulteriore leggendaria ipotesi vorrebbe la tavola con l’effige della Madonna di Costantinopoli commissionata da Roberto Serguglione (o Sergulione o Gurgulione o Gurguglione), signore normanno della Città verso la metà del XII secolo.
Se si accettasse per mera tautologia la committenza dell’icona ad opera di Roberto Gurgulione risulterebbe presto scritta la storia dell’icona tra il XII ed il XVII secolo, ed implicitamente si dovrebbe accogliere l’ipotesi di un culto della Madonna di Costantinopoli in Acquaviva e/o nelle nostre terre già esistente nel 1158, cosa facilmente smentibile.
Tale leggenda sembra arricchirsi e corredarsi di un’appendice ancor più fantasiosa allorquando l’icona – miracolosamente sfuggita alla persecuzione iconoclasta – affidata alle onde del mare sarebbe giunta sulle coste di Bari e da questa spiaggia un vento provvidenziale (sic!) l’avrebbe condotta in Acquaviva presso la porta principale della Città, ove un soldato l’avrebbe fermata con la propria spada (sic!).
Continuando a nuotare nel mare della fantasia, altra tradizione orale vorrebbe che l’icona non fosse giunta via aerea (!) ma via terra, su di un carro trainato da buoi, guidato da due commercianti acquavivesi che menando da Bari, in precedenza s’erano contesi la sacra tavola con altri due omologhi mercanti di Bitritto.
Altra congettura – non meno fantastica delle precedenti in quanto priva di qualunque riscontro documentario – è solo basata su una fantomatica, mai trovata, iscrizione posta sul retro dell’icona che vorrebbe l’effige trasferita da Costantinopoli ad Acquaviva nel 1423 ad opera di un tale Nestore Nisciarato.
Se anche solo lontanamente in alcune delle affascinanti favole sopra narrate qualcuno avesse nutrito un seppur piccolissimo dubbio circa qualche elemento di veridicità, gli ultimi lavori di restauro dell’icona della Madonna (9 febbraio 1991 – 23 agosto 1991) avrebbero messo definitivamente fine ad ogni genere di perplessità. Si è accertato, infatti, che la tavola non presentava alcuna precedente e sottostante pittura a quella attuale. L’opera oramai, senza alcun ragionevole dubbio, “databile entro i primi tre decenni del Cinquecento” sarebbe attribuibile, dalla D’Elia, a Francesco Palvisino, artista di Putignano del XVI secolo.
Se fino a questo punto i percorsi della nostra storia appaiono offuscati, ingarbugliati ed intangibili, un passaggio dal quale non si può prescindere per comprendere le reali basi storiche del culto della Madonna di Costantinopoli nelle nostre terre (e nello specifico in Acquaviva) e, quindi, funzionale a fare un po’ di chiarezza, riguarda i notevoli flussi migratori di popolazioni slave, albanesi e greche che – a partire dalla fine del medioevo – dai Balcani si mossero verso tutta l’Italia meridionale. Folti gruppi – questi – che affluivano nelle nostre regioni spinti prima da motivazioni economiche e di sopravvivenza poi da fattori politici e religiosi, diffondendo in tutto il Sud Italia il culto di Maria SS. di Costantinopoli.
L’analisi di alcuni documenti anche di natura fiscale (come un censimento del 1472) attesta con certezza – nelle nostre terre – la presenza di Slavi (o Schiavoni, secondo le denominazione dell’epoca) con il proprio bagaglio di tradizioni, lingue e fedi religiose. Un’accettazione sociale vera e propria di questi uomini si avviava solo quando (allora come oggi!) si ricoprivano i lavori più faticosi ed umili (braccianti agricoli, muratori, fabbri, fornai, etc.) o quando per qualche fortunato e raro caso vi era la possibilità economica di acquistare della terra. Consolidata questa prima fase nel processo d’integrazione, la lenta e graduale assimilazione sociale, nell’ambito di tutto il Regno di Napoli, iniziava a comportare anche quella religiosa e culturale allorquando si professava una fede cristiana di rito greco “tenacemente attaccati alle tradizioni liturgiche – non meno che a quelle teologiche – della chiesa di Costantinopoli”. In definitiva, è certo che alla caduta di Costantinopoli ad opera dei turchi (1453) popolazioni balcaniche avviarono massicciamente flussi migratori diretti sulle coste italiane diffondendo il culto per Santa Sofia e Maria SS. di Costantinopoli.
Sebbene il culto della Vergine sotto tale titolo, in Acquaviva, sia palesemente antecedente alla prima metà del ‘500, ampi riscontri documentari e notarili di una certa fondatezza si hanno solo a partire dall’inizio del XVII secolo, per proseguire, poi, in occasione delle pesti del 1656 e del 1691.
Il 1656 è, in definitiva, una data cruciale nella storia che stiamo narrando: gli acquavivesi, scampati ad una memorabile pestilenza che “in men di sei mesi, desolò le Provincie del Regno” si radunarono in pubblico parlamento e con solenne atto si obbligarono ad astenersi dall’uso delle carni e dei latticini nel giorno della festa dedicata alla Madonna di Costantinopoli. Col rogito del Regio notaro Antonio Rosa (il 14 settembre) l’Università di Acquaviva con un voto perpetuo stabilì e deliberò – in onore della Vergine Santissima, Patrona e Protettrice della Città – di corrispondere annualmente, il primo martedì di marzo, al Regio Capitolo della Chiesa di Sant’Eustachio, la somma di 30 ducati d’argento. Da allora non ci è pervenuta notizia di alcuna sospensione o interruzione di tale ex-voto.

Fonte:
La presente scheda è tratta da un capitolo più articolato e complesso del volume: AQUÆ VIVÆ MATER … … Madre Nostra. SS. Vergine Maria Venerata nella Città di Acquaviva delle Fonti sotto il titolo di Madonna di Costantinopoli, di Nunzio Mastrorocco e Giovanni Lerario (2006), Suma Editore.

http://www.acquavivafontiba.altervista.org/

http://www.acquavivafontiba.altervista.org/acquavivae-mater….html

martedì 6 Marzo 2012

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