Il giorno 28 Maggio si è svolta presso la Terrazza del Bar Astoria nel Centro storico di Lecce, sita Porta San Biagio antistante la bellissima Piazza Sant’Oronzo, la presentazione del Libro di Giuseppe Milella “Catturando l’Infinito” opera che sta riscuotendo notevoli consensi in tutt’Italia ricevendo vari Premi e grande attenzione nel corso dei vari incontri letterari.
La serata è stata organizzata dalla Dottoressa Mariagrazia Toscano, promotrice di numerosi eventi culturali nella Provincia di Lecce, ed è stata condotta dalla stessa Dott.ssa Toscano insieme a Mimmo Morgese che hanno dialogato con il nostro autore Giuseppe Milella</strong>; parlando sulle sue esperienze durante le varie premiazioni che lo hanno visto tra i protagonisti ormai da anni e del ruolo della poesia rapportata alla società attuale e ed i suoi prossimi progetti, tra l'altro Giuseppe Milella e Mimmo Morgese hanno ricordato la figura di Giuseppe D’Ambrosio Angelillo</strong>;
La serata ha visto la presenza di varie personalità nell’ambito della cultura, tra i quali il Proff. Universitario di fama nazionale Wojtek Pankiewicz, la dott.ssa Lea Cosentino ed altri poeti ed autori che hanno apprezzato le poesie presenti nel libro di Giuseppe Milella “Catturando l’infinito”.
Nel corso della serata Giuseppe Milella ha letto una serie di poesie trattando vari temi sociali quali la guerra ed il bullismo, ma anche l’amore e l’introspezione.
Una dichiarazione di Giuseppe Milella “Ringrazio Mariagrazia Toscano per aver organizzato questo bell’evento nel cuore di Lecce vicino Piazza Sant’ Oronzo, ringrazio il mio amico Mimmo Morgese per avermi affiancato brillantemente durante questa bella serata e per le belle parole nei miei confronti; e ringrazio tutti quanti presenti che hanno sfidato il caldo di questo mese di Maggio, in particolare l’amica Lea Cosentino ed il Proff. Wojtek Pankiewicz.”
Qui di seguito una poesia tratta dal libro “Catturando l’Infinito” letta durante la serata, che tratta il tema attuale della guerra:
UNA MATTINA AL MERCATO
Il mercato della frutta era pieno di persone e si confondevano profumi e aromi,
la fragranza di dolci appena sfornati i colori e la varietà dei frutti della terra,
quella terra martoriata da guerra e morte, ma a me non importava,
io ero felice ed entusiasta di poter andare al mercato con mamma e mio fratello,
mi piaceva correre e scherzare liberamente, non era importante quello che mi circondava;
le voci di mia madre e dei venditori si confondevano in un gioco di colori e suoni
“Jasim Jasim”, il richiamo di mia madre, come un canto risuonava;
tante bancarelle di legumi, datteri e fichi, variabili odori di pietanze ed essenze,
una moltitudine di stoffe colorate e da un caleidoscopico gioco di emozioni e sensazioni
risaltava prorompente il battito vitale del mercato, creando un’atmosfera magica e irreale;
ma io volevo solo scherzare e giocare, non è da tutti i giorni andare al mercato
correvo liberamente insieme a mio fratello Amed con una bottiglia di plastica;
e giocare con quella palla di fortuna, sì… proprio una fortuna…
All’improvviso in lontananza un rumore torvo, da far rabbrividir la pelle
di colpo il silenzio nell’aria nessun rumore,
solo un sibilo strisciante come una lama che trafigge alle spalle
il suono era sempre più incessante come tante seghe elettriche
sentivo solo la voce di mia madre “Jasim, Jasim, Amed” mia madre…,
ma non feci in tempo a girarmi: un sibilo, un fischio più forte degli altri…
non vidi più mia madre, solo un boato; un buio pesto e tanta polvere
polvere negli occhi, nel naso, polvere sui capelli e sulla bocca.
Una grande luce, un bagliore e poi il buio vedevo morte e distruzione
LA GUERRA.
Non sentii più la voce di mia madre, solo corpi per terra
di lato vicino a quel che rimane della bancarella
mia madre con un sorriso perso nel vuoto
uno spacco sulla fronte, abbracciava Amed, lo aveva ritrovato.
Ora sono solo, come faccio MAMMA non ci sei più.
Io cammino tra polvere e calcinacci, ora una gran luce
non come quella precedente…
Ma sono io …a terra disteso, il mio corpo inerme, straziato
con la bottiglia nella mano, SONO MORTO
ed ora vedo una luce cristallina, una luce di un altro colore
e vedo il cielo, è bello il cielo ma anche la terra lo era,
la guerra invece NO.
(Giuseppe Milella)