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Inaugurato l’impianto sportivo dell’IISS Rosa Luxemburg

La Redazione
In occasione dell'inaugurazione dell'impianto sportivo polifunzionale esterno si è svolto il seminario di studi Donne e stereotipie sportive
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In occasione dell’inaugurazione dell’impianto sportivo polifunzionale esterno si è svolto il seminario di studi Donne e stereotipie sportive. Nel corso del seminario sono emerse numerose riflessioni sul ruolo della donna nello sport. In particolare è stato ribadito che lo sport è di tutti. Oggi più che mai siamo convinti che lo sport non conosca barriere, tanto meno quelle di genere. Le donne, nel corso degli anni, hanno ricevuto trattamenti differenti rispetto agli uomini anche in ragione di presupposti fisici. Differenze di genere che hanno influito sulla scalata verso la conquista del diritto allo sport. Le dimensioni psichiche del maschile e del femminile sono molto complesse da indagare, ma quelle fisiche sono sotto gli occhi di tutti, e proprio per questo hanno alimentato, e qualche volta alimentano ancora, gli stereotipi di genere che vanno a penalizzare quello femminile.

Lo sport è stato per gran parte della storia, considerato sinonimo di potere, tempio dell’eccellenza e le donne, per potervi accedere, dovevano rinunciare alla femminilità o guadagnare mascolinità. Lo stereotipo, o pregiudizio, nello sport agisce in due modi: porta alla conformità, quindi la donna, per essere pienamente “normale”, non può essere o aspirare a ricoprire ruoli per cui servono doti che non ha. Alcuni stereotipi non sono stati ancora superati del tutto. Ma qualcosa è cambiato, e molto altro sta cambiando, compreso un apprezzamento diverso nei riguardi di un fisico femminile muscoloso e curato nei particolari. Ora la donna è libera di esprimere, nello sport, la sua aggressività senza la paura di perdere l’amore e l’appoggio. Prima si vedeva il genere femminile come surrogato maschile con mancanze rispetto all’uomo. Ora esiste una luce dedicata alle donne, che illumina le loro caratteristiche uniche, la loro emotività, evidenzia e rispetta le differenze con l’uomo.

L’allenatore sportivo, che sovente è un ex atleta o comunque una persona con conoscenze pedagogiche, educative e psicologiche approfondite, si occupa della preparazione psico-fisica di squadre o di singoli atleti. Non sempre punta sul più bravo: in talune circostanze diventa opportuno puntare sul meno capace, sul più inesperto, in ossequio anche a quanto suggerito dalle tesi più avanzate delle neuroscienze e della psicologia evolutiva dello sviluppo.

La donna è fragile, sensibile, delicata, devota, combattente, forte e vittoriosa. La donna è mistero e forza nello stesso tempo.

Nel corso del suo intervento la prof.ssa Marini, docente di scienze naturali dell’IISS Rosa Luxemburg ha evidenziato come la pratica di qualunque disciplina sportiva aiuta a ridurre svariate malattie e disfunzioni funzionali. L’attività fisica agisce infatti sul nostro sistema neuroendocrino producendo serotonina e dopamina e riducendo sensibilmente il rischio delle malattie del sistema nervoso. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle sue reiterate e continue campagne di sensibilizzazione promuove qualunque attività fisica che ci faccia consumare più calorie di quante ne consumeremmo rimanendo ”a riposo”. Si tratta di agevolare buone pratiche che inneschino meccanismi fisiologici virtuosi che favoriscano il benessere.

L’osservazione delle abitudini e degli stili di vita dei giovani, negli ultimi decenni, ha rilevato una sensibile riduzione delle attività sportive praticate dai giovani: il nostro stile di vita è cambiato e facciamo sempre meno sforzi anche a causa della riduzione dell’attività domestica e dei tratti percorsi.

È stato tributato un ringraziamento sincero a tutti gli intervenuti e, in particolare, al vicesindaco del Comune di Acquaviva, dott. Austacio Busto, all’assessore all’Istruzione, Pasquale Cotrufo, all’Assessore con delegata ai Beni Culturali della Città Metropolitana di Bari, dott.ssa Francesca Pietroforte, e all’ingegnere P. Delliturri.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto anche a don Mimmo Giannuzzi, che benedicendo il nuovo impianto, ha ricordato che “nella vita come nello sport bisogna fare squadra” e che fare sport significa anche accogliere le diversità e includere.

È stata ringraziata anche la Pink Bari che ha regalato ai nostri studenti una bella emozione e alle sue rappresentanti che, rispondendo alle domande dei nostri studenti, hanno sottolineato l’idea che la passione aiuta a sconfiggere il pregiudizio. Loro sono state la testimonianza visibile di come si possa accogliere qualsiasi sfida quando si è motivati e appassionati. Una testimonianza di gratitudine è stata infine rivolta anche al presidente della squadra Alessandra Signorile, alle professoresse C. Marini e A. Sirressi, al nostro dirigente F. Scaramuzzi e soprattutto ai nostri studenti che sportivamente si sono cimentati in esibizioni di free style insieme alle campionesse.

venerdì 1 Febbraio 2019

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