Origini di Acquaviva
La morfologia della città, le sue peculiarità, l’economia, la flora e la fauna.
Gli scavi archeologici effettuati nella zona a partire dal 1973 hanno portato alla luce resti di un insediamento apulo di carattere rurale, che deve aver raggiunto il massimo sviluppo nel IV sec. a.C., come dimostra la più ampia attestazione relativa a questo periodo, pur non mancando segni di frequentazione dell’area dalla tarda età del bronzo al periodo altomedievale.
Gli scavi archeologici compiuti nella parte sud-occidentale dell’area hanno portato alla luce resti di strutture murarie e piani pavimentali. Nella stessa area sono state rinvenute varie sepolture, alcune risalenti al V-IV sec. a.C., altre più tarde: ciò dimostra che di norma le tombe erano sparse tra le case e talora si trovavano all’interno degli stessi ambienti. A nord del centro abitato doveva trovarsi l’area sacra: qui è stato rinvenuto materiale vario costituito da vasi di terracotta, attrezzi agricoli in ferro, cenere mista ad ossa combuste di animali. Doveva trattarsi probabilmente di depositi votivi relativi ad un piccolo santuario suburbano.
Il centro abitato esisteva ancora nel basso impero, come testimonia il ritrovamento di numerose monete risalenti a quell’epoca. La sua distruzione avvenne con ogni probabilità durante le invasioni barbariche, fra il VI e l’VIII sec. d.C. Nel vasto territorio circostante si costituirono allora molti villaggi, fra cui quello di Aquaviva ( in origine senza la “c”), che conobbe un rapido sviluppo grazie alla fertilità della terra, la salubrità dell’aria, la favorevole posizione geografica e soprattutto l’abbondanza di acque sorgive. Il casale fu presto cinto di mura e vi fu eretto un castello a protezione e baluardo dei casali vicini.