Cultura

Daniele Milano presenta “Il Noce degli Eremiti”

La Redazione
L'incontro si terrà presso la Biblioteca Comunale con ingresso libero
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L’autore Daniele Milano, stasera alle ore 19, presenterà al pubblico il suo nuovo libro dal titolo “Il Noce degli Eremiti”.

L’incontro si terrà presso la Biblioteca Comunale in Piazza Garibaldi con ingresso libero.
Interverrà l’Assessore alla cultura prof.ssa Mariella Nardulli e il presidente del Centro Studi Hrand Nazariantz Cosma Cafueri.

Daniele Milano il 27 ottobre presenterà il suo lavoro a Sannicandro, presso il Castello Normanno Svevo, nei locali Della Corte alle ore 19.

 

Da “Il Noce degli Eremiti”:
 

Contea di Acquaviva, XI secolo. Il richiamo della crociata ha investito Norberto di Bellaguardia, primogenito del conte Riccardo. Il giovane, pur di seguire le orme di Boemondo di Taranto, ha disobbedito, ribellandosi alla fermezza del padre e alla saggezza di Romualdo, il vecchio precettore di due generazioni di normanni provenienti da Belgard. Mentre il Cavaliere combatte per la Siria, in occidente la vita di corte si fa intricata: così vengono a galla le personalità contrastanti dei familiari di Norberto, preoccupati di assicurare a un buon partito l’eredità di Riccardo. Allo stesso tempo Romualdo deciderà di allontanarsi dalle questioni materiali dell’esistenza per conoscere il destino ultimo della stirpe al quale ha legato gran parte della sua esistenza.

"All'alba il vento arido dell'altopiano anatolico, odoroso di polvere, penetrò nelle tende dove animali e cavalieri dormivano, ancora rammolliti dai sogni. Norberto pur risultando per Boemondo un perfetto sconosciuto, riuscì a intrufolarsi in quel corpo di spedizione formato da centinaia di uomini a cavallo e altrettanti fanti, smanioso di essere battezzato dal sangue dei miscredenti. La luce invitò i guerrieri a levarsi per proseguire la marcia verso il settentrione, ed essi, frastornati dal suono ululante delle brezze cariche di terra smontarono il campo. Si trovavano in un avvallamento annebbiato dalla sabbia, circondato da colli spogli, dove qua e là crescevano arbusti rinsecchiti.

Durante la cavalcata, il Bellaguardia si pose nella retroguardia, con le labbra e le narici che gli bruciavano. Nessuno parlava ed emetteva ordini, perché anche i capi erano attanagliati dalla paura ancestrale del nemico, ma seguivano ordinatamente la direzione prestabilita. Era possibile ascoltare solamente il rombo marziale della fanteria, mentre man mano che il sole si innalzava nel cielo ingiallito, sempre più uomini mettevano mano alle proprie scorte di acqua."

martedì 25 Ottobre 2016

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